Cascina Annone (II)

A cura della Fondazione Milano Policroma
Testo di Riccardo Tammaro

Nello scorso articolo abbiamo ripercorso la storia e la vita di cascina dell’Annone, in questo analizzeremo la disposizione dei fabbricati e daremo anche una veloce occhiata alle altre cascine site nei dintorni.
La proprietà dell’Annone comprende una cascina, un edificio rurale posto a sud e due edifici posti a nord, oltre la via Gattinara. Questi ultimi erano adibiti ad abitazione dei salariati (quello più vicino al naviglio) e a magazzino (quello più ad ovest, oltre la roggia Carlesca). La cascina si presenta a corte chiusa: è infatti delimitata a sud da una palazzina per abitazioni, con tre piani incluso il pianterreno, costruita all’inizio del Novecento, mentre ad ovest si trovano le stalle, ormai in rovina, ad est magazzino e fienile e a nord altri fabbricati dedicati a residenza per i salariati.
Al di fuori della corte si estendeva l’aia, posta a sud-ovest rispetto agli edifici; una parte di essa è stata in seguito trasformata in giardino, mentre è ancora visibile, pochi metri a sud della palazzina, l’edificio un tempo adibito ad essiccatoio.
Tra la corte e l’aia si trova un passaggio porticato, detto “La Rosa”, in cui è tuttora visibile un affresco della Vergine, di fattura rurale. Sulla cima della palazzina si trova inoltre una colombaia di gradevole fattura, che per diverso tempo ha ospitato piccioni ed altri uccelli; su di essa a un certo punto venne piazzata la sirena che sostituì la campanella che segnalava i tempi di lavoro ai salariati, e gli uccelli ebbero qualche problema, ma poi si abituarono.
Per attraversare il naviglio verso cascina Basmetto ci si avvale di un ponte, detto Ponte o Passerella “dell’Annone”, che ha una storia significativa: esso fu infatti fatto costruire nel 1865 (come attestava una incisione presente su un suo gradino) per consentire agli abitanti della cascina Basmetto di raggiungere il Mulino della Follazza, tuttora visibile sulla via Gattinara poche centinaia di metri oltre la cascina Annone.
L’inaugurazione del ponte dunque avvenne appena dopo l’Unità d’Italia, ma probabilmente la decisione di costruirlo fu presa dagli austriaci, come attesterebbe la scritta “Fonderia Bauer” che compariva sullo stesso gradino ove era incisa la data. Erano tra l’altro quelli gli anni in cui ci si stava orientando all’uso nelle costruzioni del metallo e delle leghe metalliche, e in Italia ne mancava ancora la produzione industriale.
Dopo 120 anni di onorato servizio, il ponte dell’Annone fu sostituito nel 1985 in quanto non era più possibile intervenire per restaurarlo, e così quello attualmente in loco ha meno di trent’anni, ma è stato costruito assolutamente identico al precedente dalla fonderia di Ghise Speciali Lamperti di Limbiate, indi dipinto dall’azienda “La Metallotecnica” di Caponago. Le uniche due differenze sono che la cosiddetta “anima” del ponte è stata sostituita (quella vecchia è stata portata all’epoca nei magazzini del Comune di Milano) e che la ghisa è differente: il nuovo ponte infatti è stato realizzato in ghisa ematite con bassa percentuale di cromo, che l’ha reso più resistente alla corrosione.
Concludo dicendo due parole su alcune cascine site a poca distanza. Inizio col mulino della Follazza, che veniva alimentato dalle acque della roggia Palmera e che nel XX secolo ospitava anche una fabbrica di colle; esso non va confuso con l’omonima cascina presente a Rozzano, nè con altre con lo stesso nome; questo termine era infatti un tempo molto diffuso in quanto faceva riferimento alla “folla”: vediamo che cos’è.
La maggior parte dei mulini ad acqua aveva una ruota idraulica verticale; il movimento della ruota attorno ad un asse orizzontale poteva, allora, essere utilizzato per la follatura. Questa è un'operazione che fa parte del processo di finissaggio dei tessuti di lana, e che consiste nel compattare il tessuto attraverso l'infeltrimento, per renderlo impermeabile; i primi mulini per follatura fecero la loro comparsa nel 1080 in Francia. In questa maniera l’energia dell’acqua veniva sfruttata per più compiti; lo strumento che realizzava questa operazione era appunto detto “follone” o “folla”.
Non molto a sud, circa a fronte della citata Cascina Venina, al confine della città di Milano, si trova un Mulino “Le Folle”, insieme alle cascine Cascinetta e Casanova; per accedervi occorre infilarsi tra i condomini di via Baroni, oppure, a piedi, arrivarvi da via Rozzano; sul Lambro Meridionale si trova anche un bel ponte in ferro.
Infine, meritano una citazione la cascina Caimera, la cui fornace trasformava la buona terra della zona in mattoni, sita a nord dell’Annone lungo il naviglio, vicino a dove ora sorge il quartiere omonimo, e il Mulino della Polvere, poco più ad ovest, ove probabilmente si fabbricava la polvere da sparo: qui cadde durante la seconda guerra mondiale un velivolo americano, e il suo motore venne ritrovato nel 1990 durante gli scavi per il deposito della Metropolitana.