Il borgo di Gorla

A cura della Fondazione Milano Policroma
Testo di Riccardo Tammaro

Nella zona nord-est di Milano, sito nei pressi del viale Monza, sorge l'abitato di Gorla; per secoli questa località costituì un piccolo comune autonomo di neppure un miglio quadrato, stretto tra Greco ad ovest, Precotto a nord, Crescenzago ad est e Turro a sud. Dal 1864 il comune assunse il nome di Gorla Primo per distinguerlo dalle omonime località del Varesotto e del Luganese, e nel 1920 il comune annesse il limitrofo comune di Precotto, cambiando il nome in Gorla-Precotto, fino al 1923, anno dell'annessione a Milano.
Il nome Gorla è riconducibile probabilmente al latino gulula, diminutivo di gula, piccola gola, con riferimento ad un avvallamento, corrispondente all’odierna via della Torre, dove scorreva un piccolo corso d'acqua che andava ad immettersi nel "Fontanone" (fontanile che si trovava in luogo dell’attuale via Chioggia) per poi perdersi nella campagna di Turro Milanese.
Quanto alle origini, sicuramente il territorio venne abitato fin dal IV-V secolo d.C. come conferma il ritrovamento di un'ara dedicata alla dea Diana e dei resti di tre tombe romane riportate alla luce nel 1830. Ma il ritrovamento di vasi di terracotta e asce di bronzo all'interno di un sepolcreto, avvenuto nel 1869 presso la Cascina Cattabrega, farebbe pensare a un insediamento preromano risalente all’ultima età del bronzo.
Quando il 1° luglio 1457 il Signore di Milano Francesco Sforza ordinò la realizzazione di un nuovo canale, detto Naviglio della Martesana, Gorla si sviluppò come una comunità agricola. La completa navigabilità del Naviglio si ebbe tra il 1470, quando fu costruita la Conca di Gorla (in seguito eliminata), ed il 1496, anno in cui Ludovico il Moro fece realizzare l'ultimo tratto del Naviglio.
Nel 1574 il Naviglio venne ulteriormente ampliato; dato poi che, fra il XVII e il XVIII secolo, la principale famiglia di Gorla era quella dei Boschetti, proprietaria dell'area sita tra il Ponte Vecchio e il Ponte sulla Strada per Monza (oggi viale Monza, terminata nel 1838), quell'area venne chiamata "Boschetto". Il borgo originario di Gorla sorgeva sulle sponde del Naviglio della Martesana, ad ovest della citata Strada per Monza, ma nel territorio comunale adiacente si trovavano anche numerose cascine site ad est, quali la Gatti e la Bolini. L'apertura infine della nuova via di comunicazione trasformò la zona, portando, a cavallo tra il XIX e il XX secolo, lo sviluppo di un'elevata concentrazione industriale.
Ancora oggi è possibile trovare nel borgo antichi edifici. Villa Finzi, sita in via Sant’Erlembardo 4, nel 1721 era costituita da una casa “da affitto”, vicino al Naviglio, e una cascina al centro della proprietà, percorsa da nord a sud dal fontanile Acqualunga, Nel 1814 era intestata al Conte Giuseppe Batthyany, originario di Buda in Ungheria, che la dotò di parco, laghetto e grotta; quest'ultima venne modificata e arricchita all'interno della camera circolare con un tempietto: il Tempio della Notte. Ma furono i Finzi, che ne ebbero la proprietà dal 1839 fino al 1919, a darle il nome: oggi la villa ospita un Centro Sociale e Culturale oltre al parco.
Non va poi dimenticato, ad est dello stradone per Monza, quanto rimane di Villa Angelica, costruita dai conti Ramazzotti alla fine del Seicento in stile neogotico, e dotata in epoca neoclassica di un ampio parco: alla fine dell’Ottocento il conte De Peyre fece costruire nel parco una torretta, decorata internamente con affreschi di danzatrici, in onore della moglie Angelica, e da questa prese il nome l’intero complesso; l’ultima guerra la distrusse quasi del tutto mantenendo solo parco e torretta, inseriti poi nel vicino monastero di clausura di Santa Chiara, progettato da Muzio nel 1955.
Tra le ville scomparse si ricordano Villa Gropallo Pertusati Mendel, una delle residenze padronali più antiche di Gorla con vaste proprietà di terra, e Villa Resta che, appartenuta al marchese Oleano, fu demolita dal governo austriaco per aprire la strada regia per Monza. Visibile in via Bertelli è invece Villa Cottini, citata sul catasto teresiano del 1721, già dipendenza del convento dei padri minimi di S. Francesco di Paola e acquisita nel 1871 dai Cottini.
Gorla viene anche ricordata per quanto avvenne il 20 ottobre 1944, quando un bombardiere alleato sganciò per errore una bomba che colpì la Scuola Elementare “Francesco Crispi”: vi morirono 194 scolari, tutte le maestre, la direttrice e il personale ausiliario. Un monumento, opera di Remo Brioschi, ricorda quel giorno e nei pressi è stato anche istituito il Museo della Pace.
A lato del monumento si trova infine il Ponte Vecchio, che costituiva l'unico modo di attraversare il Naviglio per un lungo tratto di sponde fino alla costruzione della citata Strada per Monza (1838). Il Ponte Vecchio fu costruito nel 1703 in blocchi di pietra di ceppo dell’Adda (puddinga); le rampe di accesso al ponte, pavimentate su ambedue i lati in ciottoli tondi di fiume, formavano un disegno a “rizzada” (a spina di pesce). La sua forma consentì il passaggio dei barconi sotto le sue arcate almeno fino al 1952, anno in cui il Naviglio fu declassato dalla categoria di canale navigabile.

A Gorla si ferma la metropolitana M1.