A cura della Fondazione Milano Policroma
Testo di Riccardo Tammaro
Nello scorso numero abbiamo raccontato la storia della chiesa vecchia,
intitolata a San Vittore e Quaranta Martiri, nata come Oratorio, e quindi
pensata per un numero limitato di persone. L'aumento della popolazione da 5.000
a 18.000 unità, perciò, fece nascere il bisogno di una nuova chiesa, capace di
accogliere un numero di fedeli adeguato; basti pensare che durante le Messe
festive molti fedeli erano costretti a restare fuori dall'edificio, che teneva
le porte spalancate onde consentire l'ascolto a tutti.
Ecco allora che il 21 aprile 1961 il progetto, elaborato dall'ingegner Luigi
Grigioni e dall'architetto Guglielmo Giani, dell'impresa Grigioni che aveva
costruito anche il quartiere limitrofo, cominciò a prender forma. L'impresa
si assunse l'esecuzione dei lavori dell'opera, potè segnare il tracciato della
nuova chiesa su un'area appositamente lasciata libera all'inizio di via Rosselli,
e qualche giorno dopo iniziò lo sterro per le fondamenta.
Completata la sistemazione delle fondamenta, tutto era pronto per la posa
della prima pietra, dono della Veneranda Fabbriceria del Duomo di Milano, la
quale posa avvenne il 17 giugno 1961 alle ore 18:30. La pietra venne calata e
posata alla base del pilastro che ancor oggi si scorge nella cappellina
inferiore accanto al quadro della quinta stazione della Via Crucis.
Il 24 dicembre dello stesso anno Monsignor Milani, presidente del Comitato per
le Nuove Chiese, venne inviato dalla Curia arcivescovile per benedire il tempio,
dedicato alla Madonna della Medaglia Miracolosa.
La notte stessa vi fu celebrata la prima Santa Messa solenne di Natale, e in
quella occasione la vasta chiesa stentava a contenere i fedeli accorsi in massa.
La costruzione quindi si completò in soli sei mesi, e ciò desta stupore
soprattutto se si dà un 'occhiata ai numeri dell'edificio. La chiesa occupa
infatti un'area di 1.200 metri quadrati, e per l'esecuzione dell'intera opera
occorsero 7.000 giornate lavorative, durante le quali vennero impiegati 50.000
quintali di calcestruzzo, 1.000 quintali di ferro, 250.000 mattoni rossi. Per
la sola pavimentazione occorsero 1.150 metri quadrati di pietra di Trani.
La chiesa, pur essendo in stile moderno, conserva la tradizione basilicale
delle tre navate e, accanto al cemento armato a vista delle strutture portanti,
coesiste l'antica nobiltà del mattone a vista; la fuga delle colonne della
navata centrale, che arrivano al soffitto, riproducono in chiave contemporanea
una caratteristica di tanti antichi templi milanesi; il pavimento, in pietra di
Trani grigia e rosa, riflette le vetrate, che furono importate direttamente dal
Belgio.
Al di sotto del tempio, in una vastissima area seminterrata, trovarono sede
una cripta-cappella, un salone parrocchiale e diverse aule.
All'interno, la prima opera realizzata fu il crocifisso bronzeo opera dello
scultore Felice Mina, insegnante alla Scuola Superiore d'Arte del
Castello Sforzesco; la scultura sovrasta tuttora l'antiparete absidale. Sempre
nel primo anno venne dato avvio alla predisposizione di un grande affresco
absidale, che rappresentasse la Madonna della Medaglia Miracolosa, e la scelta
per l'esecuzione dell'opera cadde su un pittore d'arte sacra di chiara fama
e molto attivo a Milano: Silvio Consadori. Il dipinto raffigura la Vergine
nell'atteggiamento di offrire al Padre Celeste un globo, che essa tiene
all'altezza del cuore, e che rappresenta il mondo intero. Fanno corona alla
Vergine numerosi Santi e religiosi, fra cui Santa Caterina Labourè, colei che
ricevette dalla Vergine la Medaglia Miracolosa.
La cripta-cappella venne adornata ed arricchita dalle 14 stazioni della Via
Crucis che altrettanti pittori vollero donare; tra loro Remo Brindisi, lo
stesso Consadori e Salvatore Blasco.
Nella chiesa vennero infine sistemati l'artistico fonte battesimale in rame
sbalzato, i confessionali e le acquasantiere in marmo di Candoglia, tutti
disegnati dall'architetto Giani.
Nel 1963 vennero costruiti i due altari laterali, i cui sostegni sono
monoliti di marmo di Candoglia, offerti dalla Veneranda Fabbrica del Duomo.
Sull'altare di destra nel giugno 1963 venne posta la pala dipinta dal pittore
Antonio Bonamici: essa raffigura Gesù con le impronte delle sue piaghe, su uno
sfondo di un paesaggio sterile (che rappresenta il peccato) con le braccia
aperte ad accogliere i peccatori; le foglie sull'albero secco rappresentano la
speranza. Sull'altare di sinistra, nel gennaio 1965, venne collocato il dipinto
del pittore Contardo Barbieri: esso raffigura la Sacra Famiglia in colloquio
attorno a un libro di sacre scritture che la Madonna regge; l'atmosfera della
casa è indubbiamente povera, ma comunica serenità. Infine, alle pareti
delle navate laterali venne affissa una Via Crucis modellata in cemento dalla
scultore Carlo Chiodini.