ANTICA TRATTORIA MONLUE'

A cura della Fondazione Milano Policroma
Testo di Riccardo Tammaro

Nell'articolo precedente ho descritto la storia e le caratteristiche dell'antico borgo di Monlue', sito come noto nella nostra zona.
Ho anche accennato all'importanza che, all'interno del borgo, ha sempre rivestito la trattoria che vi si trova. E' ora tempo di raccontarne la storia.

L'Antica Trattoria Monluè, come documenta un rapporto registrato presso l'archivio della Curia Arcivescovile di Milano, è la più vecchia trattoria milanese di metà millennio. In attività già alla fine del quattrocento con il nome di "Hostaria del pesce", ha sempre corteggiato i propri avventori con le sue ricette genuine. Il palato di Renzo Tramaglino, durante la fuga da Milano nell'episodio delle Grucce dei Promessi Sposi, quello di Benito Mussolini, quand'era direttore dell'Avanti, poi pittori come il Quarenghi e Zambardi il commediografo, sono stati deliziati dalla frittura di pesce fresco del Lambro o dal rinomato risotto con le quaglie, preparato a regola d'arte dalla cucina della trattoria.

Era qui che si pescavano i famosi "bei gamber del Lamber", che venivano poi venduti dagli ambulanti per le contrade di Milano (ancora nel ventesimo secolo), prima che l'acqua del fiume si guastasse in maniera che si spera reversibile (ho fatto in tempo anch'io a vedere il Lambro azzurro nel Parco omonimo, e spero sempre di poterlo rivedere di quel colore, terso e limpido).

Piatti gustosissimi hanno donato a questo "loco culinario", condotto dal Cardinale Filippo Boncompagni e poi, per otto generazioni, dalla famiglia Mandelli, prestigio e notorietà. Ristrutturata più avanti nello stile architettonico originale ed ottenuta la privativa concessa dal Maresciallo Radetzki, l'osteria è situata nel cuore del Borgo. Nel cortile, chiuso dal fienile, dalla stalla grande e da un romantico portico, c'è un albero secolare che ha più o meno l'età del Monluè.

Chi ha letto i miei articoli sa che tendo a raccontare in maniera oggettiva e distaccata i luoghi di Milano; per una volta pero' fatemi fare un'eccezione perche' sono particolarmente legato a Monlue', ed il motivo e' semplice.
Quando ero bambino (per inciso adesso sono sulla quarantina, per chi non mi conoscesse), i miei nonni, che hanno abitato in piazzale Martini dal 1933 circa, per portarmi a fare una passeggiata non di rado sceglievano Monlue', intanto perche' era abbastanza vicino (o forse allora misuravamo le distanze con un metro diverso) e poi perche' la strada per arrivarci era tranquilla (non c'era la tangenziale, e neppure il quartiere di via Dalmazia, e soprattutto non c'era il traffico dei giorni nostri).

Ricordo bene quando arrivavo alla trattoria (con l'insegna che vedete nella foto d'epoca, "Antica Trattoria Monlue' - sempre pesce") dove mi riposavo per recuperare le forze per tornare indietro, dopo aver respirato l'aria sul fiume, azzurro come dicevo prima.
Ma i ricordi sono anche piu' recenti, e si riferiscono ad una cena della nostra associazione, in occasione del terzo anniversario (1985), quando sedemmo al tavolo di pietra posto nel porticato all'ingresso della trattoria, e gustammo gli squisiti risotti che il sig. Mandelli proponeva: con ossobuco, con faraona, con quaglie, per non parlar del resto. Il motivo per cui ho accennato al riso e' che nella sala interna, dove si trovava il bancone del bar, che era li' sulla sinistra, appesi alle pareti avevo notato alcuni quadretti, in cui stavano i diplomi di "Gran Maestro del Risotto", relativi ad almeno tre anni consecutivi, diplomi che, come avevo personalmente sperimentato, erano strameritati.

E purtroppo ricordo anche come, dopo la morte del sig. Mandelli, attesi per molto tempo che la trattoria, che nel frattempo teneva aperto come rivendita di tabacchi per non perdere la licenza, tornasse tale.
Quando infine la vidi ristrutturata, capii che l'antica trattoria come l'avevo conosciuta io non sarebbe mai piu' tornata. Ho avuto occasione di provare la elevata qualita' della nuova gestione in occasione di un pranzo di lavoro del 1991, ma da allora non ho piu' avuto l'opportunita' di tornarvi. Probabilmente perche', inconsciamente, ho paura di perdere quelle immagini della Antica Trattoria di Monlue' che porto dentro di me.