La chiesa di Sant'Eugenio

A cura della Fondazione Milano Policroma
Testo di Riccardo Tammaro

Poco discosto da piazzale Cuoco, rotatoria ricca di traffico e recentemente al centro di una trasformazione nell'ambito di un progetto di ampliamento del verde circostante, si trova, in una via tranquilla, una moderna chiesa che contiene numerose opere d'arte di epoche passate e recenti.
Sto parlando della chiesa di Sant'Eugenio al mercato ortofrutticolo di Milano, denominazione presto semplificata nel solo nome del santo, che si trova in via del Turchino all'angolo con via Paolo Maspero.

Costruzione poetica del più puro razionalismo lecorbusierano e lariano, essa disegna un prisma esagonale con un avancorpo poligonale di accoglienza, con ampia scalinata, portico e nartece con accesso al battistero.
La chiesa, che rientrava nell'ambito del progetto "Nuove chiese" voluto dall'allora arcivescovo Cardinal Montini, venne eretta negli anni '50 del ventesimo secolo su disegno dell'architetto Galesio, progettista, tra l'altro, anche della chiesa di San Gaetano ad Abbiategrasso. L'architetto fin dal bozzetto dimostrò molta attenzione alla gestione degli spazi e predispose i dettagli per la nuova liturgia che in quegli anni sarebbe stata adottata dalla chiesa ambrosiana.
Anche l'interno ribadisce questi concetti: priva di elementi decorativi, ma pure di monumentalità, la statica di Sant'Eugenio si gioca con elementi tradizionali antichissimi e sempre in uso, come il montante, la trave e la capriata, così riprendendo la tradizione milanese delle grandi aule senza colonne delle basiliche del quarto secolo. Sui montanti a base quadrata s'incastrano e poggiano a coltello snelle travi rettangolari che riquadrano ampie tamponature di ricercato rivestimento in cotto.
Infine un dettaglio tecnico relativo alla copertura: con una geniale soluzione statica che congloba sostegno e copertura, l'architetto crea una capriata senza catena (la trave più lunga) che sfrutta la resistenza della trave a U e della trave a T, in un suggestivo ripetersi leggero, che dilata il libero spazio poligonale. Ed anche le luci rispondono ad un preciso disegno: la luce che piove dell'imposta sulle capriate si incontra con la luce colorata che penetra dall'ampio finestrone della facciata; similmente, la luce che piove dal tiburio (tramite una torretta) e la luce velata del finestrone dànno risalto all'altar maggiore di serizzo.

E passiamo ora a considerare i vari ambienti che caratterizzano l'edificio principale. Iniziamo con la Cappella della Madonna, opera del pittore Baruzzi che vi ha realizzato un dipinto e graffiti murari. Essa si trova a fianco dell'aula ecclesiale vera e propria, e svolge funzione di cappella invernale, nonchè di cappella votiva alla Madonna, ed è posta a sinistra dell'altar maggiore a metà della fiancata. Qui si trovano un tabernacolo cubico, opera dello scultore Nicola Sebastio (grande artista sacro dalla vita intensa, autore tra l'altro della statua di San Giovanni Battista de la Salle su una guglia del Duomo), che ha la caratteristica di ospitare una "Ultima cena" sbalzata senza soluzione di continuità sulle quattro facce del cubo ortogonali al piano, ed un piccolo crocifisso del Cinquecento proveniente, pare, da una chiesina sconsacrata e poi adibita a deposito di vini sita sul Monte Orfano a Cologne, nel Bresciano.
Proseguiamo con il transetto, in cui sono stati ricavati alcuni ambiti che, pur appartenendo all'aula ecclesiale, si possono considerare a sè stanti. Un esempio è senz'altro la Cappella Eucaristica, nicchia poligonale ricavata nel lato di fondo della navata, a destra del presbiterio con cui comunica attraverso un passaggio. In essa si trova l'altare del Santissimo Sacramento con un tabernacolo cubico dalla facciata policroma, sopra il quale è sistemata una scultura lignea del Cristo.
Simmetricamente, nella cappella sulla sinistra, caratterizzata da una statua della Vergine, si trova il battistero, costruito con un unico blocco di serizzo, su cui sono ancora visibili le scanalature del trapano da cava che hanno poi ispirato le graffiture simboliche del fronte; al di sopra è stata ricavata la vaschetta per l'acqua, scavandovi una cavità circolare; essa è poi stata ricoperta da un artistico coperchio bronzeo.
Per ora terminiamo la nostra esplorazione della chiesa di Sant'Eugenio; nel prossimo articolo ci occuperemo delle altre opere visibili nella navata.