A cura della Fondazione Milano Policroma
Testo di Riccardo Tammaro
Nello scorso articolo ci siamo occupati della storia del Santuario della
Madonna delle Grazie all'Ortica, la cui attuale dedicazione è però ai due Santi Faustino e Giovita. In queste righe esamineremo le principali valenze
artistiche dell'edificio.
La costruzione presenta una facciata intonacata priva di decorazioni,
con un’unica porta di accesso sovrastata da una finestra monofora; il tetto è
a capanna e sul lato sinistro si eleva il quattrocentesco campanile.
Ai lati del corpo centrale sporgono due ali più basse: a destra una
cappella (di San Giuseppe), seguita dallo spazio da poco adibito a sacrestia; a sinistra un’altra cappella (della Madonna delle Grazie) e la ex-sagrestia, dove sono stati recentemente riportati alla luce numerosi affreschi.
Nel suo complesso la chiesa ha un aspetto esterno molto gradevole ed estremamente semplice, quasi agreste, e richiama i tempi in cui
la zona era dedicata intensivamente all'agricoltura, e la chiesa appariva
candida in mezzo al verde, sulla strada Rivoltana, preceduta dal cimitero e
dalla deviazione a destra per Cavriano e a sinistra per Lambrate.
L’interno ha una sola navata coperta da una volta a botte divisa con vele,
lunette e riquadri affrescati di gusto manieristico e barocco, e quindi
probabilmente attribuibili al diciannovesimo secolo.
Dopo il recente restauro, la chiesa appare interamente decorata anche sulle pareti della navata, con affreschi cinquecenteschi di scuola leonardesca (l'autore potebbe essere identificato con il Maestro dei Santi Cosma e Damiano, che li avrebbe realizzati attorno al 1520).
In particolare, alla destra della Cappella dedicata alla Madonna delle Grazie è venuto alla luce un dipinto raffigurante una Madonna con Bambino tra San Sebastiano e San Rocco, mentre sulla parete opposta domina l’affresco
struggente di Cristo che porta la croce, al quale si contrappone la sottostante (e già visibile) raffigurazione a mezzo busto di Cristo con le mani incrociate, frammento di alta qualità pittorica, probabilmente risalente ai primi anni del Cinquecento e noto anche come "Ecce Homo".
Sono infine nuovamente leggibili le interessanti decorazioni del cornicione di imposta della nuova volta a crociera e le figure rinvenute nel sottarco che divide l’aula dal presbiterio.
La cappella di destra è dedicata a San Giuseppe, ed è arricchita da eleganti stucchi e da tele di valore; essa risale al periodo in cui il culto del Santo ebbe nuovo vigore, ossia dopo la peste del 1630. Sopra l’altare la pala raffigurante il Santo con il Bambino Gesù è del ‘700, e le altre tele ai lati, più antiche e databili al '600, raffigurano la fuga in Egitto e il sogno di San Giuseppe.
Nella cappella di sinistra, che si trova dirimpetto alla precedente, ed è
dedicata alla Madonna delle Grazie, si trova l'affresco duecentesco di cui abbiamo detto; sotto di esso, con una struttura a libro che consente la visione di entrambi, si trova il graffito (scoperto nel 1979) che contiene la preghiera originaria citata nello scorso articolo e risalente al 1182.
L’affresco rappresenta l’immagine della Beata Vergine con il Bambino in
braccio benedicente; la posizione frontale e l’impianto bidimensionale sono i
tratti di uno stile romanico-bizantino.
Il graffito invece spiega il motivo della preghiera ed è firmato da un
certo "Silanus", forse il monaco ivi presente, e datato 12 aprile 1182, come
indica l'iscrizione:
“haec praecatio est † Anno MCL XXXII X2 mensis aprilis ut clementiam dei
teneamus"
Il testo dell’iscrizione latina è di cinque brevi righe in scrittura
carolina (quella in uso in quei secoli). Il graffito raffigura il profilo di
un uomo dalla cui bocca escono un pesce e alcune anitre selvatiche. Il fiume
rappresentato in alto a sinistra è il Lambro e la porta in basso a destra è
Porta Orientale, simbolo della nostalgia degli esuli e del desiderio di
tornare presto in città.
Degna di nota è poi la ex-sagrestia, di cui era noto il soffitto affrescato con girali fioriti in stile rinascimentale di scuola leonardesca, e dove sono stati recentemente scoperti affreschi su tutte le pareti. In particolare, il rinvenimento della porzione di affresco rappresentante l’Assunzione di Maria ha ulteriormente arricchito l'andito, già impreziosito dalla pregevole fattura delle raffigurazioni e decorazioni presenti nella doppia volta a padiglione lunettato. La composizione, divisa in tre parti di pari ampiezza a quelle delle lunette sovrastanti, è racchiusa alle due estremità da due gruppi di apostoli, di cui quello di destra nuovamente visibile a seguito della demolizione di una porzione del muro aggiunto nel XVII secolo per realizzare la cappella dedicata alla Madonna delle Grazie.
Dirimpatto si trova il locale da poco adibito a sacrestia,che ospita alcune vetrate policrome moderne che però poco si intonano con la pittura murale che copre le pareti della chiesa, e quindi verranno forse rimosse.
Il presbiterio infine presenta una pavimentazione in lastre di marmo botticino e la rinnovata volta a crociera contribuisce ad esaltare la centralità della Mensa eucaristica, ridandole nel contempo un più ampio respiro visivo.
Nell’abside infine si trova un ottocentesco gruppo ligneo colorato,
pregevole Madonna del Rosario che rappresenta la Vergine incoronata col
Bambino in braccio, di autore ignoto; a destra dell'ingresso, invece, un
crocifisso di epoca recente.