A cura della Fondazione Milano Policroma
Testo di Riccardo Tammaro
Nello scorso articolo abbiamo ripercorso brevemente la storia del Comune di Vaiano Valle, ed abbiamo preso in esame come esso si presenta oggi. Riprendiamo allora a considerare l’intera area dal punto di vista del toponimo “valle”, da cui eravamo partiti.
Arrivando da via Ripamonti e dirigendosi verso l'esterno della città, occorre svoltare a sinistra in via dell'Assunta, in un borgo ricco di storia e di arte che però esula dalla corrente trattazione. Proseguendo verso est seguendo la stessa strada si giunge al punto ove sorgeva il Molino della Valle (tuttora ricordato nel toponimo "Molino della Valle - Assunta", utilizzato ad esempio per il costruendo parco della Vettabbia): questo era un mulino che apparteneva ai conti Greppi di Bussero, e che prendeva acqua dalla Vettabbia; se ne può trovare traccia nella biforcazione della roggia stessa, ben visibile dal satellite, oppure dal fondo di via Gargano (in un'area ora un po' degradata): sull'isola posta nel mezzo non vi sono tracce di abitazioni, ma l'area risulta coperta da una lussureggiante vegetazione; il mulino era citato sulla Mappa del Claricio del 1600.
Tornando su via dell'Assunta, poco oltre ci si trova ad un bivio: proseguendo diritto, al termine del tratto rettilineo, proprio là dove la strada svolta a sinistra ad angolo retto, sulla destra si trova un gruppo di edifici di origine rurale. Si tratta della cascina Valle Camponovo, posta dirimpetto alla Cascina Valle (pochi metri più avanti, di facciata), che anch'essa si trova a cavallo della Vettabbia, ed è in fase di ristrutturazione; la cascina Valle è situata all'angolo tra la via dell'Assunta e la via Passo Pordoi, e sono tuttora visibili i grandi edifici un tempo adibiti alle funzioni rurali. La cascina Valle Camponovo invece si presenta con un piccolo edificio giallo ad uso residenziale cui si giustappongono nella corte altri edifici rurali, e si può presumere che la sua origine sia dovuta ad un nuovo campo acquisito dalla vecchia cascina, che ha richiesto ulteriori fabbricati.
Se a questo punto torniamo indietro fino al bivio precedente e prendiamo la strada che corre verso sud, il nome ci indica che ci stiamo dirigendo a Vaiano Valle, l’antico comune che abbiamo già esaminato, e che ricordo compare anch’esso sulla Mappa del Claricio del 1600. Proseguiamo allora oltre l’agglomerato rurale già visto: la strada ci condurrà fino al cimitero di Chiaravalle in una cornice molto bucolica (il nostro itinerario odierno si svolge nell’area che dovrebbe conferire al Parco della Vettabbia), ottima per una passeggiata in bicicletta.
Poco dopo il gruppo di edifici rurali di Vaiano Valle, lasciata sulla sinistra una centrale elettrica, ci si ritrova in un punto dove la strada si stringe leggermente, compressa tra due gruppi di edifici rurali.
Siamo giunti alla Cascina Ambrosiana,.sita al civico 60 (ad ovest della via). Per quanto riguarda la sua origine, si sa che la cascina già compariva su una carta redatta dall’Ufficio Tecnico della Provincia di Milano nel 1876, mentre non era presente sulla mappa del Claricio del 1600; si può quindi attribuire probabilmente al XVIII-XIX secolo.
Ai giorni nostri troviamo edifici rurali ben conservati, circondati da terreni agricoli coltivati. L’edificio ed i suoi terreni non sono di proprietà comunale, ma appartengono ad un noto immobiliarista cittadino. La cascina è costituita da una corte quadrata, al centro della quale si trova una grande aia; su di essa prospiciono edifici rurali, quali fienili e stalle, ma anche una elegante villetta, di recente restaurata, con un bel balconcino sulla facciata che dà sulla corte; sull’edificio rurale più vicino alla strada sono visibili archi in mattoni molto gradevoli; la cascina è circondata da folte alberature ed in lontananza si presenta quasi come un boschetto.
Dall’altra parte della strada si trova Cascina San Pietro, costituita da due edifici abitativi, risalenti al XX secolo in quanto non presenti sulla mappa del 1888 denominata “F° 45 della Carta d’Italia”, e giustapposti in modo da essere paralleli tra loro ed ai lati secondari del quadrato della cascina adiacente, trasversali rispetto al tracciato della strada; per accedervi si deve passare su un ponticello in ferro che supera una roggia la quale, nella stagione opportuna, trasporta acqua limpida ed azzurrina; anche questi edifici sono circondati da robuste e verdeggianti alberature, e l’insieme ha un aspetto molto riposante..