A cura della Fondazione Milano Policroma
Testo di Riccardo Tammaro
Tra i numerosi tesori di Affori, borgo sito alla periferia nord di Milano e ricco di storia, figura senz'altro la Villa Litta, costruita al termine di viale Affori nel 1687 dai Corbella, e rifatta nel Settecento secondo un disegno privato di taluni eccessi barocchi.
La villa fu fatta costruire da Pier Paolo Corbella (nominato nel 1686 marchese per il feudo di Affori) nei pressi dei ruderi di quella che in precedenza era una lussuosa villa fatta costruire dall'arcivescovo Giovanni Visconti nel 1350 (sono tuttora visibili due archi nella vicina via Moneta); essa era utilizzata come residenza estiva: un tempo infatti Affori era una località di villeggiatura per chi voleva allontanarsi da Milano; inoltre il borgo fungeva da luogo di ritrovo della migliore nobiltà milanese con feste ed eventi mondani caratterizzati dallo sfarzo tipico del '600.
L'aria di Affori era allora considerata salubre; nel 1778, ad esempio, vi si recò in convalescenza la primogenita degli arciduchi d'Austria Ferdinando e Beatrice, ospite del conte Francesco d'Adda, erede dei Corbella, a cui successero i marchesi Litta, Gherardini, Trivulzio, Visconti d'Aragona, indi i commercianti Taccioli, gli eredi Litta Modignani, la Provincia ed il Comune di Milano, attuale proprietario.
La forma della villa, a ferro di cavallo, ben la colloca nel mezzo della prospettiva dello splendido parco, su cui torneremo tra breve.
Questo edificio, nella sua parte esterna, si presenta semplice e liscio, a soli tre piani, reso snello dai corpi rientranti che, essendo centrali, sono alleggeriti da due simmetrici porticati, uno per facciata; pochi i balconi, sparsi lungo i lati, che li interrompono con le loro linee curve e leggiadre.
Lo stile delle sale e delle stanze interne, invece, si manifesta lussureggiante, straricco e pur gaio, leggero ed attraente; si direbbe che qui lo stile dei due secoli si sia fuso in uno, in cui la composizione larga e fantastica del '600 è contemperata dall'esecuzione aggraziata e dai colori un po' meno vivi ed appariscenti del '700.
Dall'elegante atrio porticato d'accesso, con soffitto a cassettoni in legno e affreschi alle pareti nella parte centrale, un ornato scalone sulla sinistra conduce all'appartamento superiore, dove si trova un'anticamera con il soffitto in legno fantasticamente dipinto ad arabeschi, al cui termine si trova la cappella dei nobili Litta, interamente affrescata con tecnica trompe-l'oeil, che contiene una tela di scuola lombarda del XVIII secolo raffigurante la Madonna venerata dai Santi Pietro, Paolo, Carlo Borromeo e Francesco.
Oltre i ricchi battenti si presenta una sala grandiosa; dall'altissimo soffitto, tutto in legno decorato, pende un magnifico lampadario, che riproduce un gran mazzo di fiori artisticamente avviluppati attorno alle candele; si tratta del Salone d'Onore o Salone delle Arti.
Quattro balconcini si aprono verso l'interno del salone in alto, inseriti nel grandi affreschi che decorano la sala; completa la disposizione artistica del salone un vasto camino, la cui sobrietà di linee e di colori nei marmi, contrasta vivamente con la sontuosità del resto e dà maggior risalto alla sua ampiezza.
Le sale erano adorne di bei quadri di paesaggio di Rosa da Tivoli ed altri di scuola del Poussin e pitture d'una certa grandiosità decorativa; purtroppo nel tempo numerose sono stati le perdite, come pure i deterioramenti di opere d'arte (tra cui "I Sirenei" e un'antica cancellata del '700, trasferiti poi a villa Clerici a Niguarda).
Non si può infine trascurare il parco all'interno del quale la villa si trova. Esso originariamente era posto solo a sud della villa, nella forma di giardino all'italiana, e quindi con vialetti simmetrici, labirinti geometrici ed alberi foggiati a cono; ma nel tardo Settecento il conte Ercole Silva, l'uomo che importò in Italia il giardino all'inglese (intervenendo tra l'altro sul giardino della villa dell'amico Alessandro Manzoni a Brusuglio) trasformò la struttura inserendo, al posto degli elementi succitati, prati a tappeto, aiuole disordinate, finti ruderi e scorci diversissimi; il parco fu poi in tempi successivi ampliato, per giungere alla sua attuale dimensione, di circa settantamila metri quadrati; al suo interno si trovano una zampillante fontana ed una vegetazione secolare composta da robinie, gelsi, aceri, pioppi, ciliegi, faggi e platani.
Attualmente la villa ospita la Biblioteca rionale di Affori, le cui sale sono al primo piano, nelle splendide sale testè descritte.
Villa Litta può essere raggiunta con la M3 (gialla) scendendo alla fermata Maciachini e di lì con il bus 70 che porta al viale Affori, indi percorrendo a piedi circa duecento metri.
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