La Milano che non ti aspetti

Mostra all'Ippodromo del Galoppo - settembre 2003

Il titolo di questa esposizione è in linea con uno degli scopi statutari della nostra associazione: far conoscere, ai milanesi e non, gli aspetti più nascosti, sconosciuti o anche solo curiosi della nostra bella città. La Fondazione Milano Policroma, infatti, nacque nel 1982 con questo scopo, unitamente a quello, dichiarato nel nome, di combattere il luogo comune secondo cui Milano sarebbe una città grigia. Niente di più falso, architettonicamente parlando: basta infatti dare un'occhiata agli innumerevoli palazzi dai colori vivaci e dalle forme più strane che sono distribuiti sul territorio cittadino.
Alcuni esempi sono stati esposti nel primo pannello: si va dalla zona San Siro alla Barona, dal Corvetto al Villaggio dei Giornalisti; la sorpresa che ci viene riservata da Porta Venezia, invece, è di tipo "ornitologico", e ci ricorda gli splendidi giardini (nascosti) della zona.

Un altro esempio di colore nella nostra città è dato dalle opere murali, che possono essere di diverso tipo. Pur non volendo infatti considerare le decorazioni liberty, che vengono esposte in un'altra sezione, si possono comunque notare, in giro per la città, varie tecniche espressive.
Una di queste è senz'altro quella musiva: dal pavimento della Galleria Vittorio Emanuele, a certe opere negli androni dei palazzi, i mosaici sono una parte importante della decorazione cittadina. Un altro aspetto policromo sono sicuramente le vetrate, talora poste sulle finestre di appartamenti privati, ma più spesso disegnate sul vetro di separazione tra l'ingresso di un palazzo ed il cortile; se alcune di queste vetrate si limitano a motivi geometrici, che in generale riproducono una prospettiva con effetto trompe-l'oeil, in taluni casi esse raggiungono livelli artistici decisamente superiori.
Un'ultima forma di espressione artistica legata ai colori è quella dell'arte murale. Qui abbiamo inteso ovviamente rappresentare la vera arte murale, che talora produce opere che sono il corrispondente degli affreschi di un tempo, come ad esempio quello che riproduce alcuni angoli di Milano.

Uno degli stili presenti a Milano è poi senz'altro il Liberty, che ha diverse sfaccettature artistiche; la scelta dei soggetti esposti nella seconda sezione ha inteso toccarne vari aspetti.
Se da un lato, infatti, il Castello Cova ci ricorda l'anelito medievale, dall'altra il villino Maria Luisa, il villino di via Ennio e i tondi pittorici di viale dei Mille rappresentano un desiderio di rivisitare il neoclassico. Il ferro battuto, nella duplice forma di cancello (via Modena) e di balcone (casa Galimberti), e le piastrelle si rifanno allo stilema floreale; il monumentale ingresso di casa Campanini ricorda invece le opere scultoree.
Infine, vengono proposti due esempi di decorazione liberty degli interni: in viale Montello, l'androne è affrescato con arcate bucoliche, mentre nel cortile di corso Buenos Aires, laddove si trovava il Puntigam, locale pubblico di inizio XX secolo, sono visibili i busti dei personaggi dei "Promessi Sposi" di Alessandro Manzoni.

In questa ultima sezione della mostra ci siamo occupati di un altro aspetto della nostra città, che viene spesso ignorato, se non sottovalutato: le chiese moderne. È infatti percezione comune che, negli edifici religiosi degli ultimi anni, non vi sia più posto per le opere d'arte.
Se ciò è innegabilmente vero in taluni,casi, esistono tuttavia parecchie chiese che contengono opere di artisti molto vicini a noi nel tempo, che probabilmente verranno rivalutati negli anni, un po' come successe nel tempo anche ad altri illustri pittori e scultori.
Avendo recentemente avuto modo di rivalutare le opere di alcuni artisti del ventesimo secolo, la nostra associazione le ha volute qui riproporre; accanto ad esse, si trovano alcune opere di epoca ben più antica (medievale), anch'esse custodite all'interno di chiese costruite meno di cent'anni fa; anche questa è una sorpresa che alcune chiese moderne riservano ai milanesi (e non) curiosi di conoscere questa città.